Nel lago Fusaro sorge una Casina unica nel suo genere, una Casina di caccia e di pesca voluta e utilizzata da Ferdinando IV di Borbone e realizzata da Carlo Vanvitelli. Vi presento la Casina Reale, gioiello architettonico settecentesco napoletano.
La Casina Reale di caccia detta Casina Vanvitelliana sul lago Fusaro
Particolari del lago Fusaro dove oggi si allevano i militi |
Metti una bella domenica di sole, aggiungi la poca voglia di stare chiusa in casa e come naturale conseguenza di questo stato d’animo mi metto in macchina e vado a fare un giro verso una delle zone più belle della Campania, i Campi Flegrei, e qua, dopo tanto tempo, riesco finalmente ad entrare e a visitare la Casina Reale, conosciuta da tutti come Casina Vanvitelliana, famosa perché costruita poco distante dalla riva del lago Fusaro per volere di re Ferdinando IV di Borbone.
Il re elesse questo ameno posto per costruire una delle sue tante residenze di caccia e di pesca, soprattutto delle ostriche, e ciò suscitò tanta ammirazione e interesse perché la zona all'epoca dei Borbone era poco abitata, cosa che oggi non si direbbe, e, cosa non da poco, il lago era conosciuto da tutti per le sue acque morte; dopo gli interventi promossi di Ferdinando IV le acque divennero limpide e i nobili elessero questo incantevole lago come luogo prediletto per fare delle belle scampagnate a base di selvaggina e di ostriche.
Le acque del lago Fusaro erano stagnati e poco adatte ad accogliere la fauna acquatica perché è un lago formatosi in uno dei tre crateri spenti dei Campi Flegrei, gli altri due ospitato il lago Lucrino e lago d’Averno, e le sue acque non riuscivano a rinnovarsi nonostante poco distante ci fosse il mare a causa di una lingua di sabbia che impediva lo scambio tra le acque, per questa sua peculiarità i greci di Cuma prima e i romani dopo decisero di chiamarlo sia Fusaro, per le acque puzzolenti, sia Palude Acherusia.
Dopo aver ricevuto l’appellativo di Palude Acherusia, il lago divenne anche il luogo adatto per accogliere le anime ingiuste che dovevano entrare nell’Ade, i giusti entravano nei Campi Elisi il cui accesso si trovava tra le verdi e lussureggianti colline di Cuma; lo so, molti di voi sapevano che il lago d’Averno fosse la porta dell’Ade, se per questo lo credevo anche io, ma durante il I secolo d.C. in seguito alla realizzazione del porto militare di Cuma sia il lago Lucrino sia il lago d’Averno furono utilizzati come darsene per le imponenti navi militari e messi in comunicazione tra loro grazie a delle gallerie sotterranee, la più famosa è la grotta della Sibilla, così la povera porta per l’Oltretomba è stata costretta a traslocare presso la palude Acherusia già famosa, come detto, per le sue acque stagnati, puzzolenti e povere di pesci e quindi adatta per accogliere la porta dell’Ade.
Le stagnati acque del lago Fusaro rimasero tali fino al regno degli Angioini dove grazie alla realizzazione di un canale le acque del lago entrarono in contatto con quelle del mare, finalmente divennero fresche, limpide e ricche di fauna. Dopo tale intervento il lago Fusaro e tutta la zona boschiva divenne una proprietà regia, fu incrementato l’allevamento di pesci che in parte venivano usati per i banchetti regali e parte venduti per ricavarne una rendita, intanto l’Ade è stato sostituito dall'Inferno.
Ovviamente il canale per il rinnovo delle acque non fu sempre mantenuto funzionante soprattutto perché la zona non era molto abitata, c'erano molte aree paludose, era molto sismica e la puzza della solfatara non rendeva la vita facile e per la natura non fu difficile ridiventare la padrona indiscussa della zona. Un punto di svolta si ebbe, come accennato all'inizio, nel 1752 quando la zona e l’annesso lago furono scelti dai Borbone come riserva di caccia e di pesca così fu risistemato il canale di comunicazione tra il mare e il lago, ritornò la pesca e soprattutto l’allevamento di ostriche ad imitazione della coltura dei antichi romani nel lago Lucrino, era anche il periodo di riscoperta e di studio dell’Evo Classico.
La zona, divenuta riserva di caccia regia, fu anche abbellita per ospitare il più illustre cacciatore e i suoi blasonati ospiti, fu costruita così l’originalissima Casina Vanvitelliana.
Gli architetti Vanvitelli e la Casina Regia
Particolari interni della Casina Vanvitelliana |
Ferdinando IV di Borbone, grande appassionato di caccia e di pesca, decise di sfruttare questa zona come luogo di riposo dagli affanni politici e decise di affidare a Luigi Vanvitelli, tra i vari imponenti progetti, anche la realizzazione di una dimora degna di un re vicino al lago Fusaro.
Luigi ideò una piccola, riservata e graziosa Casina da costruire sopra un isolotto nel lago a cui si accedeva solo usando delle piccole imbarcazioni, si faceva di tutto per incantare gli ospiti tra i quali, per citarne uno, spicca nel 1819 l’imperatore Francesco II d’Asburgo-Lorena e famiglia accolti per far conoscere anche le bellezze archeologiche di Cuma, Bacoli ecc., era il periodo del Gand Tour.
La Casina Reale di caccia fu però portata a termine nel 1782 da suo figlio Carlo Vanvitelli che seppe rispettare l’eclettismo del padre capace di unire la sobrietà delle linee e dei volumi con giochi prospettici tipici del Barocco, essendo adatta solo ad accogliere un ristretto gruppo di persone il resto della corte, le varie attrezzature e le imbarcazioni trovavano alloggio in due edifici costruiti sulle rive del lago.
Particolari dell'arredo originale della Casina Reale |
Da un punto di vista architettonico la Casina Vanvitelliana è composta da tre volumi ottagonali di diversa grandezza disposti l’uno sull'altro e grandi finestre per alleggerire la struttura; al piano terra si trova la Sala Circolare utilizzata per le serate di gala e cene conviviali, interessanti testimoni di quei antichi fasti troviamo il tavolo circolare con il simbolo della conchiglia, il lampadario di vetro di murano e il caminetto con il marmo verde di Prato detto serpentino, le teche sono dei primi del Novecento. Salendo si arriva al Piano Nobile riservato solo al re o al suo ospite illustre, qui si trova un grande salone chiamato “Sala delle Meraviglie”, meraviglie perché in passato ci poteva apprezzare un meraviglioso gioco di prospettive che oggi possiamo solo in parte immaginare, tale gioco consisteva nell'alternanza tra le grandi finestre e altrettante tele grandi quanto le pareti tra le finestre, furono realizzate dal pittore di corte Philipp Jakob Hackert su cui erano raffigurate le quattro stagioni, l’ospite rimaneva così affascinato dall'alternanza tra le vedute dipinte e le vedute reali, purtroppo esse sono state trafugate nel 1799 durante i moti rivoluzionari giacobini e oggi sostituite da stampe digitali dei bozzetti realizzati dallo stesso pittore per dare un’idea al visitatore su come l’ambiente si presentasse nel Settecento.
Piano Nobile della Real Casina Vanvitelliana |
Attraversando il Salone si possono ammirare due ambienti laterali la cui funzione non è del tutto chiara ma sono affrescati e ciò permette di farsi un’idea su come la Casina fosse riccamente ornata.
Al suo interno si possono ammirare mobili, vestiti e varie suppellettili conservati in teche che mostrano oggetti quotidiani e soprattutto quali fossero gli strumenti e le pistole utilizzate per la caccia.
Ambienti laterali affrescati nel Piano Nobile |
Prima di concludere la storia sulla Casina Vanvitelliana va ricordato che ospitò illustri personaggi come Mozart, G.Rossini, e più recentemente il presidente della Repubblica Luigi Enaudi e rimase separata dalla terraferma fino al 1925.
Sculture con pescatori fanciulli e litografie dove alla Casina si accedeva con imbarcazioni |
E con questa ultima curiosità vi saluto e vi rimando ad una nuova storia.
Per informazioni sull'orario di apertura vi rimando a questo link
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