Il Castello di Caserta, arroccato sulla sommità dei monti Tifata, si erge a difesa del nucleo abitativo della Caserta medievale, oggi conosciuta come Casertavecchia, e di Terra di Lavoro fino a quando i Borbone hanno promosso la costruzione della Caserta settecentesca intorno alla loro Reggia. Il Castello perse il ruolo difensivo ma non il suo fascino, come avrete intuito, oggi non conosceremo il Castello di Casertavecchia.
Il Castello ben chiuso al pubblico di Casertavecchia.
particolari esterni del Duomo di Caserta Vecchia e la vista del Campanile dal Castello |
Andare a Caserta Vecchia e trovare tutto chiuso è veramente una bella emozione, l’unico gioiello aperto era la Cattedrale ma non l’ho visitata (ve la mostrerò in futuro) perché bisogna sempre rispettare il luogo e la funzione commemorativa che si stava svolgendo al suo interno e così, desiderosa di scoprire altro, mi incammino lungo le viuzze del borgo e non trovo altro da visitare, decido quindi di incamminarmi verso il Castello e me lo trovo sbarrato davanti agli occhi, ho pensato ad un orario sbagliato e così giro intorno alle mura per trovare qualche informazione turistica, niente, allora consulto la grande rete per capire se ho sbagliato il giorno e indovinate? Niente, non ci sono orari di apertura al pubblico e così mestamente mi sono incamminata lungo la via del ritorno.
Vi chiederete, perché non ti sei informata prima di andare come fanno tutti? Non mi sono informata per due ragioni: primo, è stata una decisione presa al momento, ringrazio la mia metà per l’infinita pazienza; secondo perché mi metto nei panni di un turista che decide di andare a visitare quei monumenti segnalati nei numerosi siti in cui si elenca cosa visitare in un posto e poco importa se lo trova chiuso e non trova in loco nessuna informazione, il turista va semplicemente via dispiaciuto e sicuramente non ritornerà più ed è un peccato visto la bellezza e l’importanza storica del posto.
Un bastione a difesa di Terra di Lavoro
Particolari esterni del Castello di Casertavecchia |
Chiusa la parentesi polemica, è giusto mostrare l’importanza di questo Castello che fu costruito, insieme al nucleo originario del borgo, sulla sommità del monte Virgo del gruppo del Tifata intorno al 861 d.C., politicamente dipendeva da Benevento ma fu presa con le armi da Landolfo, castaldo di Capua, nel 863.
Caserta -Carta irta- fu fortificata per difendersi dalla lunga faida che si scatenò tra le varie famiglie longobarde per la conquista di questa ricca e nevralgica area campana. Il borgo cambiò molte casacche fino a quando non si legò definitivamente ai sovrani normanni, anno 1057. Divenne sveva in seguito al matrimonio di Violante, figlia naturale di Federico II, che andò in sposa a Riccardo di Lauro conte di Caserta (1232-1266).
Durante la dominazione angioina e poi sotto quella aragonese, il feudo di Casertavecchia passò sotto il controllo di varie famiglie (Sanseverino, della Ratta, Caetani), visse sia momenti di splendore che di declino fino a quando Carlo di Borbone decise di costruire la nuova Caserta intorno alla sua nuova e imponente Reggia, ciò non determinò la fine di Carta-irta ma sicuramente il Castello perse la sua funzione difensiva.
Particolare interno del Castello fotografato da uno spiraglio del cancello, viva lo zoom |
Il Castello non è stato mai accuratamente studiato, sono state fatte solo delle ricostruzioni storiche superficiali in seguito ai vari restauri eseguiti e che vi accennerò a breve; il primo nucleo di ciò che si vede oggi fu costruito durante la dominazione normanna e ampliato durante la dominazione sveva, era circondato, quasi sicuramente, da un fossato e da una serie di torri d’avvistamento lungo muri perimetrali, oggi sopravvive solo la torre principale detta il “maschio” e il tratto di mura ad esso collegato.
Il “maschio”, che la parte più interessante di tutta della struttura difensiva, è alto ben 32 metri e ha un diametro di 10 m, ad esso si accedeva da ponti levatoi, oggi scomparsi. Guardando il “maschio” bisogna notare due cose: primo, il torrione casertano, nel suo genere, è tra i più grandi d’Europa: secondo, il suo progetto difensivo e il suo basamento si presentano simile a quello della porta difensiva federiciana di Capua- già solo queste due notizie fanno capire quanto il castello era importante nel sistema difensivo di Terra di Lavoro-. La corte era definita da ciò che resta del palatium e da altri ambienti funzionali.
Il Castello è stato più volte restaurato fino a quando fungeva da baluardo difensivo, ma dopo i Borbone è stato abbandonato fino al secolo scorso quando il torrione principale, l’unica parte sopravvissuta al tempo, è stato in parte trasformato in cisterna per sfruttare la sua posizione sopraelevata. Dagli anni ’70 del 900 e soprattutto tra gli anni ‘80 e ‘90 la torre fu restaurata, furono tolti i vari crolli e alcune parti della struttura furono restaurate.
Altro sul Castello non so dirvi, non posso descrivervelo perché non l’ho visto, ho solo sbirciato un poco attraverso il cancello, spero che lo apriranno al pubblico e se ciò accadrà vi descriverò anche tutto il resto.
Ps per chi fosse interessato in privato fornirò le fonti bibliografiche.
la prossima volta vedremo anche la cattedrale ;-)
RispondiEliminaCerto e speriamo di trovare anche il Castello finalmente aperto
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