Ora è il momento di parlare del duomo di Palermo che racchiude in se tutta la storia della città. Andiamo a scoprirlo
Quando visito un monumento cerco di staccare il cervello e di farmi trasportare dall'emozione- per questo motivo ho inaugurato “Appunti di Viaggio” parlando della cripta-, cerco di ammirare tutto il monumento guardando ogni particolare, provo così a conoscere l’edificio mentre lo ammiro e non vi nascondo lo stupore che ho provato nel visitare il duomo di Palermo. Tale emozione è legata al netto e radicale contrasto tra l’esterno arabo-normanno e l’interno prevalentemente neoclassico, frutto, quest’ultimo, di un radicale restaurato avvenuto tra il 1781 e il 1801 su progetto di Ferdinando Fuga, sì sì proprio quel Fuga tanto attivo anche Napoli.
Ma a guardare bene tracce del periodo medievale, il mio preferito, ci sono e vanno scoperte.
Prima un poco di storia del Duomo di Palermo
Contrasto tra gli esterni arabi-normanni e gli interni neoclassici |
La prima cattedrale palermitana fu costruita nel 604 sopra una basilica cimiteriale del IV secolo, fu dedicata alla Vergine Maria, poi arrivarono nell'831 gli arabi e la trasformarono in una imponente moschea, conosciuta nelle fonti come moschea Gami. Poi nel 1072 arrivarono i normanni, cacciarono gli arabi e fu ricostruita una nuova dimora cristiana. Il progetto fu voluto e sostenuto dall'arcivescovo Gualtiero II detto Offamilio in contrapposizione alla cattedrale voluta dal re normanno Guglielmo II e costruita su terreni della corona a Monreale (ve la descriverò in un altro post).
Nonostante le diatribe politiche, Palermo ebbe tra il XII e il XIII secolo la sua cattedrale realizzata sulla moschea le cui fondamenta sono state in parte riusate per il nuovo edificio cristiano; alcune tracce si vedono nella cripta come i pilastri e il piano di calpestio molto rialzato rispetto alla lunghezza delle colonne; nel portico d’accesso meridionale alla cattedrale sulla colonna di sinistra è incisa una frase islamica.
Il nuovo edificio gotico fu nuovamente dedicato alla Vergine Maria.
Il duomo ha subito nel tempo due grandi restauri, uno nel XVI secolo, adattando gli interni ai dettami della Controriforma e uno, il più radicale, sul finire del XVIII secolo, secondo il gusto neoclassico e su progetto di Ferdinando Fuga. Nonostante tali restauri, testimonianze della cattedrale gualteriana si possono ammirare nelle sopravvissute colonne addossate nei pilastri cinquecenteschi, l’abside con il coro ligneo in puro stile gotico-catalano, realizzato nel 1466, il trono regio e il pavimento in cosmatesco del XII secolo, superando le sale del tesoro e andando verso l’accesso alla cripta si può ammirare il bel portale gotico-catalano e l’interno della torre angolare sulle cui pareti si possono leggere i vari restauri subiti nel tempo dalla cattedrale e dove, grazie ai recenti restauri, è emerso una piccola parte dell’antico soffitto ad alveo d’ape, mucarnas, dell’antica moschea Gami.
Portale gotico-catalano, la torre angolare, parte del mucarnas, la cripta con pavimento molto alto rispetto alla colonna |
Oltre al periodo medievale si possono ammirare capolavori di inestimabile valore come: le statue realizzate dalla famiglia Gagimi, importanti scultori attivi in tutta Italia rinascimentale; la simpatica meridiana realizzata nel 1801 dall'astronomo teatino Piazzi; la cappella dedicata alla patrona di Palermo, Santa Rosalia, con un altare reliquiario realizzato nel 1655 dalle migliori maestranze orafe palermitane. Ci sono tanti altri tesori che vi lascio scoprire quando lo visiterete.
Altare con coro gotico-catalano; acquasantiera di Domenico Gagimi del XV sec, meridiana e altare di Santa Rosalia |
Sicuramente chi visita la cattedrale di Palermo è attratto da due rarità che sono le tombe reali e il tesoro di Costanza d’Aragona. Per visitarle bisogna pagare un biglietto d’ingresso, vi consiglio il cumulativo, 7 euro e vi visitate la cattedrale della cripta al tetto.
Le tombe reali
Da sx Federico II, Ruggero II e Costanza d'Altavilla con i loro bellissimi baldacchini |
Le tombe reali sicuramente sono tra le attrazioni più visitate nel duomo anche solo per i protagonisti lì sepolti che hanno per primi unito il Sud e quindi da parte nostra c’è un particolare trasporto. Oltre all'importanza dei personaggi sicuramente ad attrarre i visitatori ci sono i particolari sarcofagi con baldacchini realizzati con il prezioso quanto duro porfido rosso, la pietra sepolcrale preferita dai faraoni e dagli imperatori romani.
La loro attuale collocazione è frutto dell’ultimo restauro neoclassico; il primo sarcofago che si vede è quello di Federico II di Svevia, morto nel 1250, a fianco c’è quello del padre, Enrico VI, morto nel 1197, dietro alla tomba di Federico II si ammira quello del re Ruggero II, morto nel 1154, il grande re normanno che creò il Regno di Sicilia, dietro ad Enrico VI giace la moglie Costanza I d’Altavilla, morta nel 1198, queste ultime due tombe sono di porfido ma i baldacchini sono ricoperti da tasselli d’oro e marmo. I due sarcofagi incassati nel muro ospitato le spoglie di Guglielmo d’Aragona duca d’Atene, morto nel 1338, su cui è raffigurato lo stesso Guglielmo in abiti domenicani tra gli stemmi della famiglia, l’altro appartiene a Costanza II d’Aragona, morta nel 1222, prima moglie di Federico II, che è un bellissimo sarcofago romano su cui è raffigurato la caccia al cinghiale.
Il tesoro
Corona di Costanza d'Aragona |
Entrando in quella che fu la canonica e la sagrestia antica, si può ammirare il tesoro del duomo di Palermo che è composto prevalentemente da oggetti sacri e liturgici realizzati dal XII al XIX secolo, ma ci sono dei preziosi che richiamano l’attenzione, gioielli che non hanno nulla di sacro ma sono profani, sono i gioielli appartenuti all'imperatrice Costanza d’Aragona, prima moglie di Federico II di Svevia, e sepolti con lei nel sarcofago romano.
Tali gioielli furono in parte ricavati dal tesoro normanno e realizzati dalle migliori maestranze orafe attive nell'opificio del Palazzo Reale di Palermo. Quando Costanza morì una parte di essi furono sepolti con lei e rimasero nascosti al pubblico fino al 1491, quando, in seguito al primo restauro della cattedrale, furono aperte le tombe regie. Fu deciso di esporre i gioielli di Costanza in una sala insieme ad altri tesori religiosi, ma la scelta non fu da tutti apprezzata così la corona, anelli, collane e fibule d’oro con pietre preziose furono custoditi in una scatola di legno e riadagiati vicino alla legittima proprietaria.
Rimasero nascosti agli occhi dei visitatori fino al grande restauro del 1781, quando, per attuare il progetto di Ferdinando Fuga, le tombe reali furono aperte e ricollocate lì dove oggi si visitano, mentre i gioielli di Costanza furono restaurati, la prima volta nel 1848 e la seconda nel 1898. Fu deciso di esporli nell'antica sagrestia insieme ad altri gioielli sacri.
Personalmente mi sono incantata sui gioielli di Costanza ma non sono riuscita a fotografarli perché le teche fanno il loro dovere e i riflessi non rendono giustizia a questi piccoli e preziosi capolavori. Sicuramente la protagonista indiscussa è la sua particolare corona realizzata su una cuffia in tessuto su cui la filigrana d’oro a spirale si intreccia con le pietre preziose che la rendono una dei migliori esempi di oreficeria palermitana normanna; alcuni di questi preziosi monili sono spariti, secondo alcuni studiosi sono stati utilizzati per fa fronte agli ingenti lavori del XVIII, peccato.
Gli esterni
Pronao meridionale con particolari portone ligneo del 1432 |
E per finire non si può non parlare delle esteri di questa meravigliosa cattedrale.
Parto dall'imponente e maestoso portale meridionale, dove si entra nel duomo, realizzato nel 1453 da Antonio Gambara in stile tardo gotico con i due piloni angolari e tre archi ogivali, la prima colonna a sinistra è quella recuperata dalla preesistente moschea, sopra è raffigurato in rilievo Dio Onnipotente, sotto la Vergine Maria e ai suoi lati i dottori, profeti e santi della Chiesa. Questo pronao fu voluto dall'arcivescovo Simone Beccadelli di Bologna che promosse i primi restauri nella cattedrale e la ricostruire del Palazzo arcivescovile.
Lungo il perimetro esterno si possono ammirare i vari restauri subiti dalla cattedrale soprattutto quelli secondo il gusto neogotico.
Una menzione speciale va al tetto del duomo che merita di essere visitato anche se per ammirarlo bisogna salire numerosi, stretti e impervi gradini, però una volta saliti e nonostante il fiatone si può ammirare una bellissima Palermo dall'alto, si può osservare da vicino la meravigliosa tarsia lavica e merlatura gettante e parte dell’antico muro difensivo, testimoni di una profonda assimilazione da parte dei normanni della cultura araba che, una volta saliti al potere, non la rifiutarono. Ovviamente come per gli interni, anche gli esteri sono stati modificati nel corso del tempo ma senza alterare radicalmente il suo stile arabo-normanno così dal tetto si possono ammirare i restauri neogotici che hanno interessato soprattutto la torre campanaria del 1805 e il suo arcoponte, La cupola grande e i lanternini sulle cupole minori inseriti su progetto del Fuga.
Particolari della torre campanaria, dei tetti e di Palermo dall'alto |
Come ogni grande chiesa ci sono orari e modi per visitarla vi rimando al sito del Duomo per ogni informazione.
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