lunedì 26 settembre 2016

Cimitile e le sue basiliche. Parte I

basilica paleocristiana di cimitile voluto da Paolino da Nola

Il complesso archeologico di Cimitile è un vero e proprio libro su pietra che inizia dall'origine dell’arte e dell’architettura realizzate dalle prime comunità cristiane in Campania fino ad arrivare al maturo Medioevo.
Per comodità la sua storia la divido in due parti perché l’area archeologica di Cimitile merita di essere ammirata e conosciuta come si fa per il monumento rinomato e non può essere considerato e trattato, a torto, come un monumento “minore” della Campania. 

L'origine del complesso paleocristiano di Cimitile. 

Cimitile, per chi non  è campano, si trova a circa 1,5 km Nola, città fondata dai romani per sfruttare sia la ricca e fertile terra conosciuta come Campania Felix sia per la posizione strategica poiché sorge lungo i principali assi viari che collegano Napoli e Caserta.  

Intorno al nucleo cittadino di Nola furono costruite molte ville rurali, alcune di esse sono state parzialmente rinvenute intorno e nel complesso archeologico di Cimitile e proprio da queste testimonianze archeologiche romane parte il mio racconto; quando si entra nell'area archeologica di Cimitile si notano dei grossi dolia- contenitori ceramici- di una cella vinaria appartenuti ad una di queste ville che diedero molto probabilmente vita anche all'originario gruppo di sepolture pagane datate tra II-III sec d.C., su questa necropoli nacque tra la fine del III e i primi anni del IV secolo d.C. il cimitero cristiano la cui origine si deve alla sepoltura di San Felice. 

testimonianze archeologiche delal sopravvissuta basilica di Paolino da Nola
Ciò che è sopravvissuto della basilica nova e i dolia
Di origine sira, Felice, divenuto in seguito Santo, fu vescovo di Nola dopo essere sopravvissuto alle persecuzioni di Valeriano, fu sepolto nella seconda metà del III sec d.C. in una zona periferica della su citata necropoli pagana; Meropio Ponzio Paolino nacque a Burdigala/Bordeaux nel 353 o nel 354 d.C, ricco senatore, fu mandato verso il 379 a governare la Campania e qui conobbe la memoria e i luoghi sacri che videro il vescovo Felice agire nel nome della nuova fede cristiana. Dopo tale “incontro” Paolino, tra il 393-395, decise di dedicarsi alla vita monastica, distribuì ai poveri i suoi averi e si stabilì con la moglie Therasia vicino alla tomba di San Felice. Utilizzò il suo immenso patrimonio per riorganizzare e ricostruire il martyrium feliciano da lui molto amato. 
Paolino morì nel 431 e fu sepolto vicino a Felice ma alla sua morte l’attività del complesso non si fermò, anzi, dagli scavi è emerso che l’intera e imponente struttura non fu mai distrutta, né rasa al suolo, insomma la sua sacralità fu sempre rispettata tanto che in età longobarda si ampliò grazie anche al rinnovato culto delle reliquie; proprio a causa di tale culto, tra la fine dell’VIII secolo e la prima metà del successivo, i sepolcri di Felice e Paolino furono distrutti per asportare i corpora sanctorum così i resti di San Paolino furono traslati a Benevento mentre quelli di San Felice furono trasferiti all'interno del soprastante altare nuovamente ricostruito, ma sfortunatamente buona parte del suo corpo fu utilizzato nel tempo come fabbrica di reliquie che si possono venerare in diverse parti d’Italia.

Nel tempo sia le basiliche, che avevano anche funzioni sepolcrali, sia l’abitato sorto vicino ad esse presero il nome di Cimiterium, nel corso dei secoli si trasformò in Cimitile, toponimo che nell'alto medioevo si affiancò a quello dell’antica Nola. Il villaggio di Cimitile, sebbene danneggiato da una disastrosa alluvione agli inizi del VI secolo, la cosiddetta eruzione di Pollena, fu ininterrottamente abitato grazie proprio alla presenza del santuario che continuò ad essere meta di pellegrinaggi soprattutto tra il VI e il VII secolo.

Oggi gli edifici emersi durante gli scavi di Chierici- dal 1933 al ‘35 e dal 1954 al ‘56- comprendono: la basilica Santi Felice, San Calionio, Santo Stefano, San Tommaso, San Giovanni, Ss. Martiri e la Madonna degli Angeli e una serie di ambienti diversi chiamati anche monasterium dove si svolgevano le varie attività di accoglienza dei numerosi pellegrini. 

La tomba di San Felice e la sua monumentalizzazione

Testimonianze musive paleocristiane nell'edicola feliciana
Edicola feliciana con tracce della primitiva basilica ad corpus
E ora veniamo alla parte più complessa della storia su pietra, entriamo del complesso archeologico di Cimitile il cui costo del biglietto è decisamente accessibile, quindi, vale la pena di visitarlo.

Per prima cosa vi consiglio di munirvi di un buon navigatore perché la segnaletica non è proprio il massimo, prestate attenzione all'ingresso che è un poco defilato,ma una volta entrati sarete proiettati in quell'età di mezzo dove il mondo cristiano e quello pagano coesistevano, si confondevano e lottavano per affermare uno il proprio predominio e l’altro la propria sopravvivenza.

Tomba di San Felice il sopravvissuto accesso all'antica necropoli
A sinistra la tomba feliciana a destra ingresso all'antica necropoli
Ovviamente il nucleo più interessante di questo complesso monumentale è quello sorto sopra la tomba di San Felice: fu subito venerato come santo tanto che durante il IV secolo intorno alla sua sepoltura furono costruite una serie di piccole basiliche mentre la sua tomba fu monumentalizzata e inserita in una basilica chiamata ad corpus, perché eretta proprio sopra il corpo del Santo, era un’aula absidata con l’orientamento nord-sud. Di tale primitiva chiesa oggi rimangono poche tracce e tra quelle che risaltano all'occhio ci sono alcuni tratti di pareti ricoperte dall'intonaco rosso su cui sono state incise dai pellegrini tra il IV e il V secolo alcuni epitaffi di scioglimento voti, nomi e frasi bene auguranti e alcune sopravvissute tracce di affreschi presenti nella controfacciata, perché in origine a tale basilica si accedeva da sud. La parete occidentale, invece, si apriva su una stradina interna che portava nella necropoli mentre la tomba del Santo, evidenziata e delimitata da transenne, si trovava al centro di questa basilica che ospitò molte sepolture di fedeli tra le quali quella di Paolino sepolto nel 431 vicino a San Felice. 

Affreschi sopravvissuti al tempo nelle basiliche paleocristiane di Cimitile
Epitaffi, affreschi sopravvissuti e l'Iconostasi
Tale basilica nel corso dei secoli è stata modificata e oggi appare inglobata nei successivi edifici di culto; intorno alla metà del IV sec, ad est dell’aula fu realizzato un secondo edificio di culto con tre navate e abside ad est, è la cosiddetta basilica orientale chiamata anche di San Felice che oggi ospita l’antiquarium, la cui costruzione comportò la demolizione della parete orientale della primitiva chiesa. 

Con l’arrivo di Paolino, tra la fine IV secolo e gli inizi del V sec., tutto cambiò, egli non si limitò solo a promuovere il culto e il pellegrinaggio verso la tomba di San Felice ma si dedicò anche a riorganizzare il complesso monumentale dove la basilica ad corpus diventò il centro di una nuova e imponente basilica. 
I lavori da lui promossi cambiarono radicalmente il complesso architettonico, iniziò facendo ruotare di 180° la basilica ad corpus, così disposta la nuova abside si trovò ad occidente, al centro la tomba di San Felice e ad oriente l’altra basilica. 

Testimonianze archeologiche nell'antica basilica occidentale di Cimitile
Basilica occidentale
Non contento, Paolino decise di costruire anche una nuova basilica, basilica nova, e per far ciò ridimensionò parte della basilica ad corpus, e la trasformò in una grande edicola votiva posta al centro tra tre chiese tra loro unite proprio dalla tomba di San Felice. Purtroppo della basilica nova paoliniana sono giunti a noi solo dei ruderi, è sopravvissuta solo l’originalissima abside a trifoglio, una delle tante novità architettoniche provenienti dall'oriente cristiano e introdotte dalle nostre parti grazie all'indiscussa personalità e cultura di Paolino, essa è giunta a noi abbastanza integra perché fu riutilizzata e trasformata tra l’VIII e il IX secolo nella chiesa dedicata a San Giovanni. 

sopravvissute tracce archeologiche della basilica paleocristiana orientale
Tracce della basilica orientale
Questi complessi lavori di monumentalizzazione non si conclusero con Paolino ma furono portati a termine dai suoi successori. A uno di questi successori si deve anche la meravigliosa l’edicola mosaicata con tre archi sostenuti da colonne e capitelli di reimpiego su cui sono stati realizzati con piccoli tasselli in pasta vitrea dei motivi geometrici, vegetali e animali che dovevano raffigurare il Paradiso come un Eden perduto mentre la scritta dei versi è in lamina d’oro. Questa edicola è stata erroneamente attribuita a Paolino ma in realtà fu realizzata tra la fine del V e gli inizi del VI secolo da uno dei suoi successori che rispettò il soggetto e i versi scelti e tramandati dallo stesso Paolino nei suoi numerosi testamenti spirituali. 

A conclusione del restyling e della costruzione della basilica nova, l’edicola feliciana venne a trovarsi al centro dell’intero complesso monumentale a cui si accedeva da sud, oggi invece si entra da nord.

Nonostante il tempo e i cambiamenti architettonici oggi è ancora chiara l’idea che Paolino aveva dell’architettura e dell’arte ossia quella di attrarre il fedele verso la tomba di San Felice e di indottrinarlo attraverso il perduto ciclo di affreschi, aveva già compreso l’importanza del potere comunicativo dell’arte per esaltare e annunciare la nuova fede cristiana.
Purtroppo non si può ammirare a pieno la portata innovativa e comunicativa delle scene religiose da lui scelte e inserite nel suo complesso programma di promozione e difesa della fede cristiana a causa del tempo e dell’abbandono che ha colpito tale complesso monumentale durante il XX secolo, una piccola idea possiamo farcela solo ammirando l’edicola feliciana e in alcuni affreschi sopravvissuti sotto quelli altomedievali nelle basilichette dei Santi Martiri e di San Caliono.


sopravvissuti mosaici della tomba di San felice nella basilica paleocristiana di Cimitile
Edicola feliciana con i suoi sopravvissuti mosaici
Alla sua morte nel 431, Paolino venne sepolto vicino a San Felice. Intorno ai due venerati sepolcri tra V e VI secolo si distribuirono le deposizioni privilegiate dei vari vescovi di Nola. L’ininterrotta frequentazione e la sentita devozione verso questi due Santi sono testimoniati dai numerosi restauri e ampliamenti delle fabbriche paleocristiane sia in età altomedievale che nei secoli successivi.

E con questo ho finito di descrivervi brevemente la parte più complessa dell’area archeologica di Cimitile, la sua storia e i suoi fondatori.

Nella seconda parte vi descriverò gli altri affascinanti monumenti che rendono unico tale area archeologica

serie di chiese che formano il complesso archeologico di Cimitile
Pianta del complesso archeologico di Cimitile

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