Salendo lungo via Duomo è tappa obbligata fermarsi a visitare il Complesso Monumentale dei Girolamini, un complesso che conserva al suo interno una piccola ma preziosa pinacoteca, oltre alla famosa biblioteca, e dove si può ammirare uno dei migliori esempi di architettura e dell'arte barocca napoletano, parlo della loro chiesa che vi farò scoprire se continuerete a leggermi.
Via Duomo una via ricca di monumenti e di chiese da scoprire
Dopo aver illustrato le preziose quanto rare testimonianze paleocristiane conservate nella chiesa di San Giorgio Maggiore, continuo il mio percorso lungo l’antico cardo per arrivare al Duomo, dove si trova custodito il più antico battistero paleocristiano d’Europa, ma prima di visitare il Duomo (ne parlerò in un prossimo post) non potevo non fermarmi, e quindi parale, di un altro scrigno d’arte e di bellezza che sta lì di fronte a Santa Maria dell’Assunta- il Duomo è dedicato alla Madre di Gesù- che prende il nome del Complesso Monumentale dei Padri Girolamini, sì proprio quelli che hanno subito il furto programmato e sistematico di preziosi e unici libri, e non dico altro….
Questo complesso monumentale, il cui accesso è situato proprio di fronte al Duomo, ha una storia lunga che si può leggere nella sua architettura e nei capolavori artistici conservati al suo interno soprattutto nella Quadreria e nella chiesa. Esso è così imponente che occupa quasi un’intera insula, infatti è delimitato dal vicolo dell’Anticaglia, da via Duomo e da via Tribunali dove si trova largo Girolamini e l’ingresso principale alla loro monumentale chiesa, ma per visitarla bisogna passare per la Quadreria.
Tale complesso fu voluto nel 1561 dai membri della Congregazione dell’Oratorio fondata da Filippo Neri e presenta la tipica struttura conventuale del Cinquecento con doppio chiostro intorno ai quali si articolano i diversi ambienti- il chiostro piccolo situato all'ingresso del monastero dal quale si accede, salendo una grossa scalinata, al chiostro maggiore chiamato agrumeto, oggi restaurato con la piantumazione di agrumi dove si affacciano tutti i principali ambienti- progettato dall'architetto fiorentino Giovanni Antonio Dosio, ideatore anche del progetto della Certosa di San Martino.
Tale complesso fu voluto nel 1561 dai membri della Congregazione dell’Oratorio fondata da Filippo Neri e presenta la tipica struttura conventuale del Cinquecento con doppio chiostro intorno ai quali si articolano i diversi ambienti- il chiostro piccolo situato all'ingresso del monastero dal quale si accede, salendo una grossa scalinata, al chiostro maggiore chiamato agrumeto, oggi restaurato con la piantumazione di agrumi dove si affacciano tutti i principali ambienti- progettato dall'architetto fiorentino Giovanni Antonio Dosio, ideatore anche del progetto della Certosa di San Martino.
La chiesa fu ultimata già nel 1619, il resto del complesso vide la luce progressivamente; il napoletano Dionisio Lazzari ultimò la cupola, restaurata poi nel XX secolo, la facciata principale e quella del monastero furono parzialmente restaurate da Ferdinando Fuga quando Carlo di Borbone decise di dare il via al complesso progetto di ampliamento di via Duomo.
La celeberrima biblioteca fu opera di Arcangelo Guglielmeli, e ultimata da suo figlio Marcello, tra il 1727 e il 1736.
La celeberrima biblioteca fu opera di Arcangelo Guglielmeli, e ultimata da suo figlio Marcello, tra il 1727 e il 1736.
La chiesa barocca dei Girolamini
Essa è un esempio perfetto di come la Controriforma ha inciso profondamente sull'architettura e sull'arte, li ha segnati in modo così profondo tanto che nascerà un nuovo stile conosciuto come Barocco, infatti, è consigliabile visitarla quando c’è una bellissima giornata di sole in modo da apprezzare gli affascinati giochi di luce e di ombra.
Come accennavo, l’impianto basilicale rispecchiava a pieno le direttive della Controriforma (l’edificio che fu preso a modello è la Chiesa del Gesù del Vignola a Roma nel 1568), ossia una imponente e luminosa navata centrale, il cui compito era quello di accogliere il maggior numero di fedeli, affiancata da due navate minori poco illuminate su cui si aprivano le cappelle dedicate a vari santi che erano deputate ad accogliere la meditazione e la preghiera dei fedeli e dei devoti.
Il netto contrasto tra luce e ombra aveva una forte valenza simbolica perché significava “illuminare” il cammino verso la Vera Fede, necessità sorta soprattutto dopo gli sconvolgimenti iniziati con la riforma luterana.
Anche all'arte fu affidato l’importante compito di ri-educare le masse attraverso opere pittoriche che dovevano mostrare il lato umano e sofferente dei santi e dei personaggi tratti dalle Sacre Scritture, dovevano essere didatticamente chiare, esaustive e aderire perfettamente all'ortodossia imposta dal Concilio di Trento. Ciò comportò un porre in secondo piano l’attenzione all'estetica per poter esprimere sinteticamente i temi della fede in modo da far giungere il messaggio in modo inequivocabile al fedele che le guardava e, per evitare libertà artistiche, la loro conformità veniva accertata dal vescovo e solo dopo il suo nullaosta potevano essere esposte. L’arte diventava così più popolare e immediata, più vicina a chi la guardava, ciò sarà la base per la rivoluzione naturalistica del Caravaggio e di quegli artisti che furono da lui influenzati.
Nel caso della chiesa dei Girolamini, gli artisti, “stimolati” dai loro committenti, hanno ricoperto letteralmente tale basilica di capolavori, così, camminando lungo le sue navate si possono ammirare opere realizzata da artisti del calibro di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo, autore del Cappellone del Ruffo, Cristoforo Roncalli detto il Pomoarancio, Federico Zuccari, Pietro da Cortona e tanti altri.
Spiccano le opere realizzate da Luca Giordano e soprattutto l’imponente affresco della controfacciata da lui realizzato che raffigura la Cacciata dei Mercanti dal Tempio.
Altri capolavori sono esposti nella Quadreria ma non ve li svelo devo lasciare un po’ di curiosità altrimenti uno non va a visitarla.
Il netto contrasto tra luce e ombra aveva una forte valenza simbolica perché significava “illuminare” il cammino verso la Vera Fede, necessità sorta soprattutto dopo gli sconvolgimenti iniziati con la riforma luterana.
Anche all'arte fu affidato l’importante compito di ri-educare le masse attraverso opere pittoriche che dovevano mostrare il lato umano e sofferente dei santi e dei personaggi tratti dalle Sacre Scritture, dovevano essere didatticamente chiare, esaustive e aderire perfettamente all'ortodossia imposta dal Concilio di Trento. Ciò comportò un porre in secondo piano l’attenzione all'estetica per poter esprimere sinteticamente i temi della fede in modo da far giungere il messaggio in modo inequivocabile al fedele che le guardava e, per evitare libertà artistiche, la loro conformità veniva accertata dal vescovo e solo dopo il suo nullaosta potevano essere esposte. L’arte diventava così più popolare e immediata, più vicina a chi la guardava, ciò sarà la base per la rivoluzione naturalistica del Caravaggio e di quegli artisti che furono da lui influenzati.
Nel caso della chiesa dei Girolamini, gli artisti, “stimolati” dai loro committenti, hanno ricoperto letteralmente tale basilica di capolavori, così, camminando lungo le sue navate si possono ammirare opere realizzata da artisti del calibro di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo, autore del Cappellone del Ruffo, Cristoforo Roncalli detto il Pomoarancio, Federico Zuccari, Pietro da Cortona e tanti altri.
Spiccano le opere realizzate da Luca Giordano e soprattutto l’imponente affresco della controfacciata da lui realizzato che raffigura la Cacciata dei Mercanti dal Tempio.
Altri capolavori sono esposti nella Quadreria ma non ve li svelo devo lasciare un po’ di curiosità altrimenti uno non va a visitarla.
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