giovedì 20 giugno 2019

La chiesa dell'Addolorata in San Giorgio a Cremano, un gioiello architettonico tutto da scoprire. Parte II


Dopo avervi descritto come e il perché Donna Maria Antonia Carafa si scontrò con i Borbone e la Chiesa, è arrivato il momento di mostravi la bellezza di questa piccola ma suggestiva chiesa dedicata alla Vergine Addolorata, piccolo gioiello del barocco vesuviano.
Se volete scoprirla, continuatemi a leggere e non ve ne pentirete.


L’originale architettura della chiesa dedicata alla Vergine Addolorata

Donna Maria Antonia Carafa scelse di costruire la sua residenza estiva in San Giorgio a Cremano perché poteva raggiungere rapidamente la nascente Reggia di Portici o la caotica capitale del Regno e al contempo poteva riposarsi apprezzando il clima mite e il maestoso Vesuvio.
Accanto alla villa doveva sorgere anche un Monastero di Clarisse ma di questo complesso progetto ci è giunta solo la chiesa dell’Addolorata, mentre del suo palazzo è rimasto poco perché nel tempo è stato diviso e venduto a diversi proprietari, gli ultimi sono i Carsana.


Le finestre a carsula e le cornici in rocaille di stucco che avvolgono gli eleganti coretti di legno intagliati,
indorsati, laccati di verde antico e con grate a “pancia
”.
La chiesa, invece, è giunta a noi senza aver subito incisivi cambiamenti grazie al desiderio, fortunatamente rispettato nei secoli, di tenere sempre aperta la chiesa ai fedeli e alle funzioni religiose così oggi possiamo ammirare non solo questo gioiello vesuviano ma indirettamente anche il gusto artistico della Principessa di Maddaloni.  
Come detto, la chiesa doveva esser il fulcro del complesso residenziale e costruita al centro tra la villa e l’irrealizzato monastero di Clarisse, questa scelta progettuale ha inciso sull'architettura dell’edificio religioso.

Le suggestioni barocche in una piccola chiesa vesuviana.

Per esaltare questa insolita chiesa sono state ideate delle “semplici” soluzioni architettoniche come: la pianta ottagonale inscritta in un rettangolo, le pareti bianche per far esaltare gli altari policromi, le grandi tele e i cori lignei dorati, tutto reso ancora più suggestivo grazie ad un gioco di luce naturale. 


Suggestioni barocche; la scultura dell'Addolorata e quelle in stucco presenti sull'altare maggiore
sono state realizzate da Gaetano Salomone
Nata come grande cappella privata ma architettonicamente dilatata per ospitare delle clarisse e dei fedeli, fu aperta al pubblico nel 1773 e dedicata alla Vergine Addolorata, ad ideare questo gioiello tardo barocco vesuviano è stato l’architetto Nicola Antonio Alfano che ha dato una visione unitaria al progetto sia da un punto di vista architettonico che artistico; nel tempo ha subito qualche intervento come quelli post-conciliari (il Concilio Vaticano II ha modificato la messa e molte chiese sono state adattate al nuovo rito) sono andati perduti gli affreschi nella cupola descritti dallo storico Palomba e definitivamente sostituiti da una copertura pittorica neo-classica, è stata ampliata la piccola sagrestia e l’ingresso alla chiesa, ma nella sostanza tali interventi non hanno alterato la visione unitaria del progetto. E’ proprio questo insolito mix a renderla suggestiva e, quando andrete a visitarla, soffermatevi a guardare anche il pavimento in cotto, è ancora quello originale.

A Napoli non mancano esempi di chiese a pianta ottagonale inscritte in un rettangolo usate nell'architettura barocca napoletana, un esempio è proprio la Cappella del Pio Monte della Misericordia, ma nell'esempio sangiorgese troviamo un insolito mix che dilata questa cappella privata fino a renderla una chiesa grazie alla scelta di allungare l’asse ingresso-corpo centrale-cappella dell’altare principale per dare l’impressione che lo spazio si dilati. 



Suggestione ulteriormente accentuata grazie al gioco di luci/ombre e alla tipica decorazione barocca a rocaille- cornici in stucco realizzate intorno agli eleganti coretti lignei e ai medaglioni affrescati su cui sono raffigurati i Santi i cui nomi ricordano importati membri della famiglia Ottaviano- che movimentano le bianche pareti, scelta molto presente nell'architettura barocca
Come detto, il progetto fu ideato dall'architetto Nicola Antonio Alfano ma a realizzarlo fu il capomastro Matteo Paduano, che, secondo accordo, doveva costruirla a sue spese entro due anni e solo a lavoro finito sarebbe stato pagato per un totale di 1250 ducati. 
Nel 1936 la chiesa divenne ufficialmente parrocchia della zona Arso.


Tela di Fedele Fischetti, 1771, Gesù Bambino e i Santi Gaetano, Antonio e Andrea d'Avellino
Tela di Fedele Fischetti, 1773, i Santi S.Francesco di Paola, S.Teresa, e S.Pasquale di Baylon

Dai De Blasio ai Carsana, i tanti proprietari della Villa

E ora è il momento di dirvi qualcosa sulla villa oggi conosciuta come Villa Carsana.
La villa ha cambiato molti proprietari ed è stata nel tempo modificata ma il primo che intuì le potenzialità turistiche della piccola San Giorgio a Cremano fu il maestro orafo Andrea de Blasio che, dopo averla affittata a vari nobili proprio come residenza estiva, decise di venderla nel 1726 ai coniugi Maria Antonia Carafa e al Principe Marino Francesco Maria Caracciolo .
I Principi non la ristrutturarono subito perché la principessa voleva dar vita ad un imponente progetto che prevedeva accanto alla sua residenza, un monastero e la chiesa, come detto, non ci riuscì ma il restyling della villa e la costruzione della chiesa furono lo stesso ultimate. 

La villa è abitata e non posso quindi mostrarvela ma posso dirvi che nel tempo ha avuto molti proprietari e molte trasformazioni; nel 1777 il principe di Avellino la donò alla figlia Vincenza Caracciolo che insieme al marito Giuseppe de Medici principe di Ottaviano diedero alla facciata l’attuale gusto ottocentesco. Dopo vari proprietari e varie divisioni, nel 1906 un lato dell’imponente residenza fu acquistata per l’ultima volta dai Carsana, mentre l’altra parte è stata acquistata dai Leone (villa Leone si trova scendendo via Pessina una delle vie di San Giorgio a Cremano con la più alta concentrazione di ville vesuviane). Del grande giardino oggi non rimane che piccole tracce.

E con questa rapida carrellata di proprietari, si chiude la suggestiva storia di questa piccola ma affascinate chiesa dell'Addolorata. Se andrete a visitarla non esitate a dirmi cosa ne pensate.
A presto per una nuova e suggestiva storia.

0 commenti:

Posta un commento