sabato 11 giugno 2016

Il parco archeologico e naturalistico di Pausilypon alla Gaiola

Area archeologica situata a Posillipo

Questa volta vi porto alla scoperta del parco archeologico e naturalistico di Pausilypon che, incorniciato nei colori azzurri del mare della Gaiola, in primavera incanta i suoi visitatori con i suoi profumi mediterranei i quali lo rendono un posto unico al mondo.

Il parco archeologico Pausilypon è situato sulla verde collina di Posillipo che si affaccia sia sul golfo di Napoli sia verso l’antico porto commerciale di Baia e quello militare di Miseno.
Dell’intero parco archeologico si visita solo la parte cosiddetta pubblica, il resto dell’imponente complesso è in parte sommerso a causa del bradisismo e in parte deve ancora essere scavato, ma, nonostante ciò, si capisce benissimo il perché tale villa d’otium marittima ebbe una vita lunga e felice. 

Zona costiera napoletana
Panorama da sinistra: Nisida, Baia e Pozzuoli, Vesuvio e la Casina Maledetta della Gaiola

Alla scoperta del suggestivo parco archeologico di Pausilypon alla Gaiola

Il percorso inizia dalla discesa Coroglio, precisamente dalla cosiddetta grotta di Seiano, è lunga ben 770 metri e taglia la collina di Posillipo, il nome è stato impropriamente dato dall'umanista Giovanni Pontano che ipotizzò, nel suo trattato “De Magnificentia”, la sua realizzazione per volere del famoso ministro dell’imperatore Tiberio, Seiano.


Tunnel in tufo scavato dagli antichi romani
Grotta di Seiano
Camminando lungo il suo fresco percorso si possono ammirare le tecniche costruttive degli antichi romani perché la collina ha un’origine vulcanica e quindi accanto al solido ma duttile tufo dovettero consolidare la più instabile pozzolana, quindi per completare la galleria ogni volta che scavavano una parte la dovevano rivestire subito con mattoni di tufo o in opera reticolata, una volta consolidate le pareti passavano alla costruzione delle volte attraverso l’uso della centina come testimoniano le cosiddette “riprese di getto”, ossia i segni di giunzione tra le murature costruite in tempi diversi, si possono ammirare semplicemente alzando gli occhi: gli archeologi hanno stimato che i lavori dovevano avanzare in media 5-7 metri al giorno, in pochi mesi fu quindi realizzata. Lungo il lato destro si aprono tre cunicoli necessari per far passare l’aria e la luce. Probabilmente lo scavo della galleria fu iniziato contemporaneamente sia dal lato Coroglio, cioè dalla strada, sia dal lato Gaiola, cioè dal mare, per poi raccordarsi nella parte centrale. 

tecnica costruttiva in opera reticolata romana
Particolari della tecnica costruttiva
La galleria era attraversata anche da una strada pubblica come attesta un’epigrafe frammentata del IV secolo d.C, visibile all'ingresso principale, perché vicino alla residenza imperiale fu costruito anche un quartiere residenziale come testimoniano alcune sepolture che, com'era tradizione, venivano realizzate ai lati delle strade principali.
Dopo il XVI secolo della galleria fu persa ogni traccia fino al 1826 quando, in seguito alla costruzione della rampa di Coroglio, fu riscoperta. Nel 1840 re Ferdinando II di Borbone ordinò all'ingegnere Ambrogio Mendia di riattivare l’antico passaggio. Furono iniziati i lavori per liberare la galleria e contemporaneamente furono consolidate le antiche mura, tali interventi si notano facilmente perché restringono la carreggiata, la galleria fu aperta al pubblico nel 1841 diventando una delle mete del Gand Tour.
Come tutti i tunnel sotterranei napoletani anche la grotta di Seiano fu utilizzata durante il secondo conflitto mondiale come rifugio per gli abitanti della zona industriale di Bagnoli. Di questa tragica fase storica rimangono numerose tracce come alcuni sedili di tufo e delle latrine alla turca visibili all'ingresso nel secondo cunicolo.

inumazione cineraria degli antichi romani
Bagno alla turca e le sepolture
Una volta attraversata la lunga e fresca galleria, si entra nel vallone della Gaiola dove si trova una parte del parco archeologico di Pausilypon.

E ora veniamo alla descrizione delle antiche vestigia romane.

Il complesso residenziale apparteneva al cavaliere romano Publius Vedio Pollione, importante personaggio politico all'epoca dell’imperatore Augusto la cui ricchezza e potere politico fu frutto dell’indiscusso appoggio della classe dei cavalieri, egli li ricompensò dando a tutti loro ricchezza e potere. Tra i vari cavalieri spicca, ovviamente, Pollione che, dopo una brevissima, intensa e proficua carriera politica come governatore della ricchissima Asia, poté dedicarsi per il resto della sua vita a dissipare l’ingente ricchezza accumulata in pochissimo tempo, era così benestante che passò alla storia come uno dei più sfacciatamente ricchi e volgari parvenus – piccolino, di poca importanza- dell’epoca.
Pollione, per tenere alta la sua nomea, scelse di costruire la sua imponente villa in questo posto incantato non solo per il meraviglioso clima, ma soprattutto per gareggiare in lusso e sfarzo con gli altri ricchi romani che scelsero questo ameno posto per mostrare a tutti la loro potenza economica; da capo Miseno fino alla collina di Posillipo avevano costruito le loro seconde residenze personaggi del calibro di Mario, Silla, Crasso, Cesare, Cicerone e Sirone il filosofo presso cui visse lo stesso Virgilio, come testimoniano diversi toponimi e la sua tomba visitabile in zona. 

Teatro costruito alla greca con vasca centrale
Teatro con la vasca centrale
Si fece costruire la villa sull'insenatura denominata la Gaiola e la chiamò Pausilypon che in greco significava “riposo dagli affanni”, nome che sarà estesa a tutta la collina, appunto, Posillipo.
L’ignoto architetto la progettò disponendo i vari ambienti su dei terrazzamenti artificiali con portici a colonna e uniti tra loro da scale. Il materiale necessario per costruirla fu ricavato dalla collina tufacea su cui stava sorgendo la villa; iniziò così lo sbancamento della collina e la realizzazione del tunnel che, una volta terminato, dall'età imperiale in poi diventerà l’accesso principale alla villa mentre quello dal mare sarà quello secondario.

Il “simpatico” Pollione, alla sua morte avvenuta nel 15 a.C., lasciò la sua villa ad Augusto, la residenza entrò a far parte del demanio imperiale e gli imperatori la scelsero come rifugio dalla politica. Fu ampliata e riadattata al nuovo ruolo di residenza imperiale con nuovi ambienti più grandi per ospitare l’entourage dell’imperatore e i suoi illustri ospiti, che furono disposti scenograficamente lungo i fianchi della collina in modo da godere sempre del bellissimo panorama. Una volta terminata, la nuova struttura occuperà una vasta area che va dalla conca Trentaremi fino a Marechiaro; gli edifici si dividevano in quelli residenziali, in quartieri per gli ospiti, per gli addetti al servizio, in impianti termali, ninfei, giardini, solari, teatri, in ultimo, nel mare le famose peschiere, tanto in voga tra l’aristocrazia romana tra la fine del II secolo a.C. ed il I secolo d.C per allevare varie e pregiate specie ittiche, divenute tali dopo che Seneca e Plinio ci hanno tramandato un aneddoto secondo il quale il perfido Pollione le utilizzava per punire gli schiavi gettandoli in pasto alle murene, a una di queste crudeli punizioni assistette anche Augusto che, inorridito, ordinò a tutti i commensali di rompere i preziosi calici di vetro per evitare allo schiavo, la cui colpa è stata quella di rompere casualmente un vaso di vetro, la dura punizione, fu così salvato.

Come accennato più volte, molti ambienti della villa devono essere ancora scavati mentre altri sono sommersi a causa del bradisismo e quindi non è chiaro quale parte della residenza apparteneva a Pollione e quale fu ampliata in età imperiale. L’unica parte che si può ammirare è una parte della zona pubblica della villa, il teatro e l’odeon, un’altra piccola parte si può visitare se si sceglie il percorso per via mare.

lL'antico Odeon dove gli antichi cantavano
Odeon

Il teatro e l’odeon

Il teatro, costruito per deliziare gli illustri ospiti e l’imperatore, è stato costruito alla maniera greca cioè sfruttando il pendio naturale del terreno. Ha un diametro di 47 metri e si eleva al di sopra del livello dell’orchestra di circa 13 metri. La cavea è rivolta a sud in modo da ammirare il mare; l’ima cavea è formata da 13 ordini di sedili divisi in tre settori –cunei- da quattro scale che conducono ad un ripiano –praecinctio- su tale ripiano insistono doppie scale che portano alla media cavea, stessa divisione per raggiungere l’alta cavea. Il teatro culminava, probabilmente, con una galleria e forse era coperto da un velario. Ai lati della cavea ci sono vari ambienti che probabilmente fungevano da camerini o ambienti di servizio per gli spettacoli, sulle pareti interne sono state rinvenute tracce di affresco del terzo stile. Il teatro poteva contenere circa 2.000 spettatori.
Una curiosità, al centro del teatro si trova una grande vasca lunga 26 metri circa e larga circa 3,80, è in opera reticolata e sul fondo presenta 40 fori, essendo un unicum rispetto a tutti i teatri giunti fino a noi non è chiaro il suo utilizzo, forse al suo interno erano disposte delle anfore inclinate che aumentavano la già buonissima acustica,  forse era semplicemente una vasca scenografica poichè al suo interno è stata rinvenuta la statua di Nereide su pistrice, ora conservata al Museo Archeologico di Napoli.

Ad oriente del teatro è stato messo in luce un edificio rettangolare absidato con pavimento in opus sectile, forse un edificio di culto.

L’odeon era riservato, secondo la tradizione greca, alle gare di poesia, retorica e alla musica. Affianco è stato ricostruito, rispettando le tracce archeologiche, parte dell’antica copertura marmorea a testimonianza della ricchezza e dello sfarzo della struttura. Sempre per dare un’idea su come vivevano e quali profumi sentissero, oltre a quelli del mare, è stato ricostruito un giardino seminando arbusti e fiori secondo le testimonianze scritte e archeologiche.

Il parco archeologico del Pausilypon-la Gaiola nonostante tutto offre al visitatore un panorama mozzafiato e profumi inebrianti, se vi trovate in zona prenotate la visita e andateci che è bellissimo e si capisce bene il perché Pollione e poi i vari imperatori hanno fatto di tutto per soggiornare in questa villa d’otium.

Ricostruzione di alcuni ambienti abitati da Augusto
Alcuni ambienti ricostruiti, giardino e un morbido accompagnatore

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