giovedì 7 maggio 2015

Giuseppe Arcimboldo, un grande rappresentante del Manierismo europeo

Osservando la mascotte dell'Expò non potevo non pensare al geniale Arcimboldo e all'emozione che ho provato quando a Vienna ho visto esposto nelle sale nel Kunsthistorisches Museum alcune sue opere. Giuseppe Arcimboldo, artista italiano che ha saputo rappresentante benissimo il Manierismo europeo, vi spiegherò il perché 



Il Manierismo

Da vicino si apprezza a pieno la sua innovazione artistica, la sua passione e la profonda conoscenza della natura, è un indiscusso rappresentate del Manierismo europeo.


Il Manierismo, secondo la classica ripartizione della storia dell’arte, “inizia” dopo due date importanti, la morte di Raffaello nel 1520 e il Sacco di Roma nel 1527,  “termina” con il ritorno al classicismo dei Carracci e con il Barocco del Caravaggio.
Si fa patire tale periodo artistico dal saccheggio dei Lanzichenecchi perché molti artisti, in particolar modo quelli formati nella scuola di Raffaello, morto poco prima, fuggirono da Roma e chiesero ospitalità alle varie case regnanti europee. La conseguenza di tale fuga portò, nel giro di poco tempo, alla diffusione dei modelli rinascimentali definiti dal grande Raffaello – egli, a sua volta, si formò studiando i grandi artisti come Leonardo, Michelangelo, ecc- che vennero apprezzati in tutte le corti europee le quali, desiderose di diventare, in campo culturale, moderne e alla moda, accolsero a braccia aperte tutti gli artisti che avevano studiato arte in Italia.
Il Manierismo può essere definito come arte di regime, ossia, un’arte accolta e condivisa da tutti i regnanti per esprimere il proprio gusto, imporre visivamente la loro immagine e la loro idea di potere codificata secondo, come si è detto, schemi classici.
Accanto all’indiscusso ruolo degli artisti, va ricordato anche l’importante ruolo ricoperto dalla stampa che permise la diffusione di tali modelli anche tra i nascenti ceti sociali come la ricca borghesia legata al commercio.
Riassumendo, il Manierismo partì dallo studio dei grandi artisti rinascimentali per poi superarli poiché l’immaginazione, la fantasia, la tendenza al drammatico, l’eccessivo espressionismo e il virtuosismo sostituirono il rigore classico nelle composizioni. Tale ricerca artistica portò al progressivo abbandono dello studio diretto della natura preferendo l’imitazione dei modelli già codificati.
Ciò spiega il perché il naturalismo del Caravaggio sconvolse i contemporanei, più del ritorno all'armonia espressa dai Carracci.

Giuseppe Arcimboldo alla corte di Rodolfo II d’Asburgo a Praga .

E ora è il momento di parlare di Giuseppe Arcimboldo.
Nacque a Milano 1527, dove morì nel 1593. Iniziò la sua attività insieme al padre a metà del XVI secolo come maestri e realizzarono le vetrate nel duomo di Milano. Da questa esperienza sviluppò il gusto per l’intarsio e l’uso dei colori freddi e vivaci. Nel 1558 realizzò i cartoni per gli arazzi del duomo di Como in cui s’iniziò ad intravedere la sua passione e il suo particolare stile artistico nella bizzarra ornamentazione manieristica.

Arazzo nel duomo di Como, foto dal sito www.arteantica.eu
Nel 1562 fu chiamato a Praga da Ferdinando I, ove fu protetto anche dagli imperatori Massimiliano II e Rodolfo II k6 che lo nominò conte palatino nel 1591.
Bisogna dire che la sua originalità artistica fu apprezzata soprattutto dal poliedrico re Rodolfo II d’Asburgo che, divenuto re nel 1583, trasferì la capitale del suo regno da Vienna a Praga.
Egli chiamò a sé i più importanti artisti, scultori, orafi, alchimisti ecc, provenienti da ogni paese europeo, accolse a Praga tutte le menti più eccelse e originali che l’eclettico Rinascimento aveva formato; trasformò la sua corte nell'ultimo centro del Manierismo nell'Europa centro-settentrionale e Praga nella capitale del mistero e dell’esoterico.
Rodolfo II, degno rappresentate del suo tempo, fu un importante collezionista di opere d’arte, oreficeria, reperti naturalistici insoliti, esotici, esoterici e quanto di più strano e originale si poteva comprare o realizzare; gli artisti, provenienti da ogni paese europeo, liberi di esprimersi fondarono la scuola di Praga. L’attività di tale scuola continuò anche dopo la morte del suo mecenate ma fu duramente interrotta, provocandone la chiusura, nel 1618 allo scoppio della guerra dei Trent'Anni iniziata con la famosa defenestrazione di Praga. Il castello fu saccheggiato dagli svedesi e parte della collezione andò dispersa, ma molte opere, fortunatamente, si possono ammirare nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Finesta da dove furono butta giù molti nobili e la sala capitolare
Il collezionismo di Rodolfo II d’Asburgo stimolò, paradossalmente, lo studio di tipo naturalistico, la conservazione e la ricerca di animali ed elementi vegetali, tale passione ispirò lo stesso Arcimboldo
La sua originalità sta nella capacità di aver realizzato ritratti di persone con elementi tratti dalla natura trasformandole in allegoriche composte da oggetti o da prodotti della natura in cui riuscì ad unire il gusto bizzarro e morboso del manierismo nordico (Wunderkammer, raccolte di mostri e di rarità di natura) con la tradizione delle “caricature” leonardesche.
Replicò una serie di Stagioni e gli Elementi (1563-1566, visitabili nel museo di Vienna).

Estae, Flora Meretrix, Fuoco, 1590
Gli elementi floreali, i frutti e gli animali assemblati in modo da ricreare ritratti sono un intreccio di significati allegorici connessi al passato e alle aspirazioni degli Asburgo e alla passione di Rodolfo II per l’esoterico e l’alchimia poiché le piante, i fiori, i frutti e le erbe raffigurate ricordano quelli utilizzati dagli speziali, medici e alchimisti praghesi impiegati durante interminabili cerimoniali o raccolti durante speciali notti in relazione con le stelle. Tale atmosfera magica è stata riprodotta dal pennello di Arcimboldo.
Oltre ad essere il principale pittore di corte, fu coreografo di tornei, maschere e danze e inventore di macchine prodigiose. E’, dopo Bosch, il pittore del surrealismo intellettuale, del grottesco e dell’allegorico che verrà riscoperto proprio durante il Surrealismo del Novencento.


Guardando i quadri di Arcimboldo non si può non parlare del genere pittorico che ha come soggetto principale “la natura morta” che dal Manierismo in poi diventa un nuovo filone pittorico di successo.
E’ un genere pittorico che ha una lunga storia come provano i bellissimi affreschi di epoca romana, ma l’unica differenza è che durante il Rinascimento ci fu il passaggio da puro elemento decorativo a vero proprio genere artistico, ma nonostante sia stato considerato per molto tempo un genere pittorico minore non mancano importantissimi artisti, attivi soprattutto nelle Fiandre e nell’Italia settentrionale, che lo hanno reso nobile dandogli una giusta posizione tra i principali generi pittorici.
Tali soggetti, apparentemente semplici, nelle opere d’arte diventavano portatori di significati simbolici, allegorici o morali, che trovò massima espressione proprio nella corte di Rodolfo II con Arcimboldo.
Tale fortuna durò per tutto il Seicento grazie anche al Caravaggio, per citare il più famoso.

Tra i principali estimatori di questo genere pittorico oltre a blasonati committenti si affiancavano meno illustri ma altrettanto facoltosi committenti provenienti dalla nascente borghesia la quale stimolò, contemporaneamente, il mercato dell’arte e il collezionismo. Inoltre, le dimensioni medio- piccole dei quadri, la loro godibilità, la duttilità dei soggetti a cui si legava facilmente una allusione all’abbondanza e al benessere la fecero apprezzare da questa nuova classe sociale; ebbe un successo senza eguali proprio in quei paesi dell’Europa centro-settentrionale che si affacciano alle nuove rotte commerciali atlantiche.

Questo post lo dedico al mio compagno di vita e di viaggio.

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