Il grifo,raffigurato sul sarcofago inferiore presente nella chiesa di santa Maria di Pugliano,è un animale mitico che racchiude in sé inaspettati significati che lo fanno simbolo di Gesù e non solo, andiamo a scoprire gli altri affascinati significati del grifo.
Un insolito trio ai piedi del Vesuvio: il grifo, la Madonna e il buon vino.
Avendo ben in mente i diversi significati attribuiti al grifo, ora vi spiego questo insolito trio. Parto da una tesi molto interessante che lega il culto di Dioniso, simbolicamente rappresentato dal grifo, alla Madonna.
Sostenitori di questa tesi sono due storici dell’area vesuviana, il Palomba e il Di Donna. Essi partono dall'etimologia dell’appellativo più popolaresco della Madonna che è Ampellone da ampellon ossia vigna-vigneto, per i due storici durante il VI sec. d. C. avvenne una progressiva sovrapposizione del culto cristiano su quello pagano, pertanto il ruolo di protettore e garante della buona riuscita della vendemmia passò da Dioniso alla Madonna e di conseguenza gli ercolanesi affidarono ai grifi la continuità tra i due culti.
Cristiani ercolanesi animati da una religiosità popolare unirono i vari aspetti ancora vivi del culto di Dioniso al Cristianesimo, nello specifico alla figura di Gesù, simbolicamente legato al vino e alla vigna, affidando, però, alla Madonna di Ampellone il ruolo di intermediaria e protettrice della vendemmia.
Tale antica vocazione vinicola continuò nel tempo tanto da trasformarsi in rendita per la basilica come si legge dalla visita pastorale del Card. Borali d’Arezzo (datata 1578).
Cristiani ercolanesi animati da una religiosità popolare unirono i vari aspetti ancora vivi del culto di Dioniso al Cristianesimo, nello specifico alla figura di Gesù, simbolicamente legato al vino e alla vigna, affidando, però, alla Madonna di Ampellone il ruolo di intermediaria e protettrice della vendemmia.
Tale antica vocazione vinicola continuò nel tempo tanto da trasformarsi in rendita per la basilica come si legge dalla visita pastorale del Card. Borali d’Arezzo (datata 1578).
Ce anche un'altra tesi, avanzata dallo storico Galante, che sostiene la nascita del nome Pugliano dalla corruzione del nome di una ricca famiglia patrizia Publiano o Polliano, le fonti storiche non sono chiare, proprietari del fondo su cui fu costruita la basilica.
Personalmente condivido la testi sostenuta da Di Donna e dal Palomba e l'amplio sostenendo che il grifo, nella cultura medievale, rappresentava anche la doppia natura di Gesuù e a conferma del mio punto di vista, parto da alcune “semplice” considerazioni: primo, le chiese medievali erano dei libri di pietra dove gli elementi-parole erano inseriti secondo regole ben precise in modo che il fedele analfabeta potesse “leggere” e comprendere tutti i precetti religiosi e morali. A queste regole sottostavano anche gli elementi antichi riutilizzati.
A quanto scritto, aggiungo una inaspettata “scoperta” fatta durante la visita al complesso basilicale paleocristiano di Cimitile. Qui ho potuto ammirare, ed è la seconda considerazione, una bellissima transenna conservata nell’antiquarium nella Basilica di San Felice, che fu realizzata tra il IX-X sec per la chiesa di San Felice su cui sono raffigurati due grifi alati nella medesima posizione di quelli di Pugliano.
Quindi, i grifi sono stati usati come elementi figurativi in due chiese medievali a distanza di poco più di un secolo; la transenna di Cimitile è datata IX-X sec., il sarcofago di Pugliano è stato riadattato ad altare nell’XI sec.
E' datato XVI secolo, ed è la terza considerazione, la realizzazione del capolavoro dantesco, summa della teologia e della filosofia medievale, in cui utilizzata e a più riprese il grifo come uno dei simboli cristiani di Gesù.
In conclusione, accanto alla ricostruzione etimologica fatta dai due storici vesuviani, ai grifi ercolanesi si può attribuire anche il significato simbolico della doppia natura di Gesù.
Personalmente condivido la testi sostenuta da Di Donna e dal Palomba e l'amplio sostenendo che il grifo, nella cultura medievale, rappresentava anche la doppia natura di Gesuù e a conferma del mio punto di vista, parto da alcune “semplice” considerazioni: primo, le chiese medievali erano dei libri di pietra dove gli elementi-parole erano inseriti secondo regole ben precise in modo che il fedele analfabeta potesse “leggere” e comprendere tutti i precetti religiosi e morali. A queste regole sottostavano anche gli elementi antichi riutilizzati.
A quanto scritto, aggiungo una inaspettata “scoperta” fatta durante la visita al complesso basilicale paleocristiano di Cimitile. Qui ho potuto ammirare, ed è la seconda considerazione, una bellissima transenna conservata nell’antiquarium nella Basilica di San Felice, che fu realizzata tra il IX-X sec per la chiesa di San Felice su cui sono raffigurati due grifi alati nella medesima posizione di quelli di Pugliano.
Quindi, i grifi sono stati usati come elementi figurativi in due chiese medievali a distanza di poco più di un secolo; la transenna di Cimitile è datata IX-X sec., il sarcofago di Pugliano è stato riadattato ad altare nell’XI sec.
E' datato XVI secolo, ed è la terza considerazione, la realizzazione del capolavoro dantesco, summa della teologia e della filosofia medievale, in cui utilizzata e a più riprese il grifo come uno dei simboli cristiani di Gesù.
In conclusione, accanto alla ricostruzione etimologica fatta dai due storici vesuviani, ai grifi ercolanesi si può attribuire anche il significato simbolico della doppia natura di Gesù.
Durante tutto il Medioevo, quindi, il Cristianesimo cercò una continuità storica e culturale con il mondo antico cercando, ma evitando sempre un il ritorno del Paganesimo. Esigenza che rimase viva fino a quando gli uomini, non più timorosi, iniziarono a guardare, conoscere e imitare quel mondo antico ormai lontano. Siamo entrati nel Rinascimento e durante questo secolo tutto ciò che era medievale fu disprezzato, molte chiese furono modificate secondo il nuovo gusto architettonico. Ciò interessò anche il santuario di Pugliano e il povero altare-sarcofago insieme ai due bistrattati grifi perse ogni sua nobile funzione finendo murato.
Stessa sorte capiterà al sarcofago superiore che sarà oggetto della prossima storia.
La prima foto mostra la transenna conservata nell'antquarium di Cimitile.
Stessa sorte capiterà al sarcofago superiore che sarà oggetto della prossima storia.
La prima foto mostra la transenna conservata nell'antquarium di Cimitile.
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