mercoledì 20 novembre 2013

La basilica di Santa Maria di Pugliano e i suoi sarcofagi antichi.


Non di solo scavi è ricca Ercolano, al contrario, ha chiese e monumenti molto interessanti come alcune delle ville vesuviane, una bellissima e barocca chiesa chiamata da tutti Sant'Agostino, che conserva un Luca Giordano, e in ultimo, una delle chiese più antiche dell'area vesuviana, la basilica di Santa Maria di Pugliano. andiamo a scoprirla.

L'antica basilica di Santa Maria di Pugliano e i suoi sarcofagi antichi.


Ho conosciuto la basilica di Santa Maria di Pugliano ad Ercolano grazie ad un amico che stava restaurando alcune sue parti e così, approfittando della situazione, sono andata a visitarla e ho scoperto una chiesa ricca di storia e di tradizioni. E' anche il santuario mariano più antico di tutta la zona vesuviana ed è doveroso accennare brevemente la sua storia prima di parlare dei due sarcofagi, che sono i veri protagonisti di questo racconto.

La fondazione della basilica si perde nella leggenda poiché è legata alla venuta dell’apostolo Pietro in questa zona, infatti, secondo la tradizione, l’apostolo Pietro dopo lo sbarco a Calastro, località tra Torre del Greco ed Ercolano, iniziò ad evangelizzare Ercolano e tra i neofiti ci fu un certo Ampellone. Questi, per devozione, decise di fondare la suddetta chiesa il cui nucleo originario, stando alle ricostruzioni storiche, si trova sotto l’altare principale. Come ho accennato prima, l’origine della chiesa si perde nella leggenda perché il personaggio Ampellone potrebbe non essere mai esistito, probabilmente Ampellone è un adattamento popolaresco di ampellon (parola di origine greca) che significa vigna-vigneto, infatti, questa Madonna è conosciuta sia come Madonna di Pugliano sia come Madonna di Ampellone. Spiegherò più nel dettaglio l’origine di questo doppio nome nella seconda parte di questa storia insieme ad uno dei due sarcofagi.


Riprendendo il filo del discorso sulla storia della chiesa, indipendentemente dalla sua origine mitica, fu menzionata per la prima volta come S.Maria at Pugnanum in un documento del 1076. Risale al 1574 la prima e unica grande trasformazione dell’edificio religioso così come oggi lo vediamo.

La lunga vita del santuario è testimoniata dalle numerose opere d’arte, di sculture e di arredo sacro conservate al suo interno ma, per stuzzicare la vostra curiosità, menziono solo due sculture: la statua lignea della Madonna di Pugliano realizzata durante il primo decennio del Trecento, nonostante i vari adattamenti e restauri subiti nel tempo, rimane un interessante esempio della cultura franco-gotica diffusa dagli Angioini e il Crocifisso Nero ligneo datato fine Duecento.
Madonna di Pugliano
Cristo nero

I due sarcofagi: prefazione

Testimoni di questa lunga storia sono i due sarcofagi protagonisti di questo racconto che si trovano nella cappella dedicata a Sant’Antonio di Padova. Essi sono le uniche testimonianze antiche conservate nella basilica e sembrano apparentemente estranei a quest’ambiente ricco di opere d’arte e di sculture, in realtà, guardandoli attentamente, ci informano in che modo la nuova fede cristiana li ha riadattati e usati.

A onor del vero, durante il Medioevo non era raro riadattare i sarcofagi romani alla nuova fede poichè erano considerati preziosi sepolcri, però, quelli di Pugliano, stando alle due epigrafi centrali, sono stati adattati e utilizzati in altari e non come sepolture. In questa nuova veste, sono stati utilizzati dall’XI al XVI secolo fino a quando, in seguito ai grandi lavori di ristrutturazione, sono stati tagliati ed incassati nel muro dove tutt’oggi si trovano.


Non è chiaro dove questi sarcofagi sono stati rinvenuti, tuttavia è possibile datarli grazie al repertorio iconografico ancora leggibile: quello superiore (A) è decorato con un fregio strigilato- ossia ad esse- interrotto da un clipeo e sotto una scena con due figure, risalirebbe al IV o V secolo d.C; quello inferiore (B) presenta due grifi alati ai lati di una tavola con sotto un festone di ghirlande, risalente al II sec. d.C.

due sarcofagi antichi con le relative modifiche medievali
Per dare il giusto spazio ad ogni sarcofago pubblicherò la loro storia in due parti. Nella terza parte accennerò alla questione del riuso delle testimonianze antiche in età Medievale, tema che mi affascina molto.

La prima foto mostra un particolare in cui si vede nella tela della "Madonna con il Libro" datato 1588, conservato nella cappella di S. Sebastiano, i Santuario come si persentava nel XVI secolo.

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